Sull’atomo del cofattore mi sono seduta e ho pianto

Alla veneranda età di 25 anni avrei dovuto già imparare che non si può promettere a vanvera. Per esempio, non si può dire che si finisce un lavoro in due settimane e poi ci si rende conto che mi servirebbero anni.

Che poi, se nessuno in anni e anni di scienza ne ha mai cavato un ragno da questo buco, penso di arrivare io, bella come il sole, e di scovare tutta la verità usando solo un evidenziatore e i 7.5 decimi di vista pro occhio che mi rimangono? Se a questo ci aggiungiamo che le persone che mi dovrebbero aiutare in questo a. se ne sbattono b. non hanno idea di che pesci pigliare c. danno consigli che sembrano delle sciarade.

Allora io ho costruito il modello tridimensionale della mia proteina e dopo essermelo guardato per bene da sopra, dal lato e di sbieco ho deciso di entrarci, di sedermi sull’atomo del cofattore che fa partire la reazione e no, non ho pianto. Più una sensazione di mal di mare, con tutta quella proteina che ti ruota attorno!

Proteina, mi hai provocato? E io te magno! Domani, però…

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