I maschi (12 a 68: palla al centro)

Volo Copenhagen-Milano di Giovedì 8 Marzo delle 20. 55 (che spiega anche perchè adesso sto cazzeggiando su WordPress).

Dopo una fantastica fika offerta organizzata da due miei colleghi (di cui uno ha trovato anche spazio su queste pagine) perchè il mio capo è tornata da un mese di vacanza con tanto di virus intestinale da ricovero in ospedale e perchè accidentalmente era anche il giorno della donna. Illusa.

Dopo questa captatio benevolentiae, o leccata di culo per chi non teme i francesismi, mi avvio all’aeroporto per un week-end lungo in Italia. Nel tragitto ufficio-stazione-aeroporto mi venivano in mente le mille parole fatte sulle donne, sugli uomini, sul femminismo e quant’altro. Ultimamente questo è stato un discoro ricorrente, un pò per l’emergere della parola “hen” in svedese (ma di questo ne parlerò un’altra volta), un pò perchè mi capita spesso di uscire con persone per cui il sesso della carta d’identità non corrisponde sempre alla sessualità e parlando con loro mi rendo conto di quante differenze (liguistiche e sociali) ci siano nella vita di tutti i giorni. Ultimo in ordine di tempo il 29 Febbraio era il giorno che il nostro gruppo di ricerca doveva fare la pulizia della cucina in Dipartimento (non chiedetevi perchè, è il modello svedese in cui tutti fanno tutto). Io, modestamente, avevo il compito di organizzare le pattuglie per tenere la cucina in ordine durante tutto Febbraio e avevo chiesto che una persone per ufficio si offrisse volontaria per la pulizia finale. L’appuntamento era per le 4 ma alle 3 c’è stato un ammutinamento e una delle mie colleghe (che siede nel mio ufficio e che anche lei ha trovato posto su queste pagine) vuole sbrinare i freezer a tutti i costi (?!?) e non vedendomi quando entra in laboratorio chiede al mio collega: “Sai dove sono Frou e le altre ragazze che è il nostro turno di pulire la cucina?”. Se già non stavo morendo dalla voglia di pulire la cucina, adesso volevo proprio prendere la porta e andarmene. Per quale imprevedibile ragione vai tu in giro a reclutare donne per pulire la cucina? Perchè non chiedi chi ti vuole aiutare a pulire la cucina e basta?

E ritorniamo al volo di ieri sera. La compagnia con cui volavo era SAS, quindi ci trovi su per lo più persone in giro per lavoro e non lo studente o il backpacker. Ho fatto le mie ricerche: l’aereo poteva portare 90 persone ma in business class ci saranno stati una decina di posti liberi. Donne sul volo 14, di cui due hostess. Sì, le ho contate perchè non avevo proprio un cazzo da fare. Delle rimanenti 12 donne, 2 erano mogli o fidanzate in chiara tenuta da turista, una era una giapponese che sembrava una turista ma le do il beneficio del dubbio e infine una ero io, dottoranda che si è presa un giorno libero per fare un week-end lungo tra le sue colline. Il resto della popolazione maschile dell’aereo era fatta di uomini con la valigetta (zaino per il computer quando si trattava di ingegneri) con telefonino alla mano per chiamare la famiglia (chiedendo banalità, raccontando che cosa si è mangiato, dicendo a che ora si torna come se fosse una novità assoluta e stupendosi che non si sarà a casa prima di mezzanotte). Stimo una popolazione di 80 persone paganti sull’aereo, che mi porta a concludere che c’erano dodici donne di cui solo 8 eleggibili dello status di “donna con la valigetta”.

Non serve fare gli auguri per la festa della donna. Bisogna far(ci)e gli auguri e basta.

  1. kreben

    in effetti poveri uomini costretti a stare sempre lontani da casa con quella eterna valigetta che mai li abbandona per consentire loro di pensare ad altro. Mai una volta una borsetta piena di cianfrusaglie cosmetiche o una bella trousse di cacciaviti e altri simili attrezzi per il FAI da TE. Poi magari le loro donne li accoglieranno con qualche malumore per le solite banalità dei bambini e simili. Quasi quasi era meglio non rientrare c’é qualcuno/a (secondo i gusti) per scaricare le tensioni di un lavoro fin troppo impegnativo.
    SONO ANDATO BENE (o era pene?). Scusa, ma se non sbaglio tutto era cominciato dallo scazzo intrallazzo cominciato in cucina! E allora non c’é solo la differenza di GENERE, come scrivono quelli aggiornati, c’é il senso di sconforto e desolazione perché la differenza di genere si accompagna anche alle differenze di stile (e la differenza di stile c’é anche fra i maschi, anzi). Non ascoltarmi gli anni giovani son fatti per combattere. Continua.

  2. Frou

    Ammetto che tutta la polemica possa essere nata dallo scazzo del pomeriggio. CIò non toglie che l’oggetto del contendere non solo è sogettivo ma oggettivo (i numeri sono numeri!).
    Combattere? Di sicuro 🙂

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