Sapevatelo

A sto giro sono disorganica e disorganizzata. In questi giorni non c’è stata una storia da prima pagina per cui oggi arrivo a sccrivere cose tocchi e bocconi.

La monotonia di sottofondo è sicuramente causata dalla latitanza delle maestranze del dipartimento. Una capo tornerà tra una settimana (e comunque non mi cagherà) e l’altro tra dieci giorni. Per cui io al momento vivacchio, faccio il mio anche se avrei bisogno di una direzione, un ok o solo e semplicemente “fai pure quel che ti pare”. Ma invece non c’è nessuno, per cui siedo in ufficio cercando di non distrarmi troppo e di portare a termine il più possibile, senza stress.

Grazie al cielo la vita non è fatta di solo lavoro d’ufficio e altre cose più interessanti accadono.

Intanto, oggi mi sono accorta che dalla bacheca con le foto di chi lavora al dipartimento (strumento utilissimo soprattutto per i nomi con consonanti >95%) è stata rimossa la foto dello Svedese Camomillo. Che sicuramente, dopo avermi salutato dicendomi “Oh, stammi bene” per poi sparire per sempre nel corridoio, non ci avrebbe regalato grandi emozioni. Però fa sempre un po’ effetto vedere chi se ne va. Specialmente se sono le uniche persone interessanti di tutti e due i piani.

In compenso ci sono altre persone interessanti, anche se non sono interessate a me. La settimana scorsa, vista la assenza dei capi ho cercato di battere il record olimpico di pausa caffè con durata superiore ai trenta minuti. Chè in trenta minuti ti dici tante cose, specialmente se fumi una sigaretta al sole. E viene fuori così che il mio interlocutore fa coming out. Non era un colpo di scena alla “Luke, io sono tuo padre” ma non mi aspettavo che me lo volesse far sapere a voce a scanso di equivoci. E da lì abbiamo iniziato a lamentarci di ragazzi italo-tedeschi che hanno rovinato influenzato le nostre esistenze. Uniti contro i crucchi!

A questo proposito, sabato sera ho rincontrato Lonely boy. Dalla mia avevo un vestito blu elettrico con stacco di coscia e pelle a vista, tacco e rossetto rosso optical a contrasto col vestito. Insomma, non ero in pigiama chè quando si incontra un ex è sempre un buon punto di partenza per il proprio ego. Come sempre, neanche a dirlo, è stata la soltia chiacchierata pietosa in cui cerco di riempire ogni millisecondo di parole per non far arrivare un ancora più imbarazzante momento di silenzio. A rovinare il mio stato già precario riguardo a quest’incontro è arrivato il commento di un suo amico, presente la sera prima, ai miei auguri di compleanno. A mezzo facebook, gli scrivo che se l’avessi saputo mi sarei felicitata già la sera prima, alludendo al fatto che, caro mio, se non me lo diceva facebook non ero a casa a contare i giorni che mancavano al tuo compleanno. Risposta: forse non ho fatto gli auguri perchè distratta da altre “condizioni ambientali”.

Peggio di chi fa questi commenti, c’è solo chi non capisce l’ironia.

Parlando di ironia, dovrei proprio a mettermi a scrivere un pezzo su una confereza per il blog. Ho avuto l’ispirazione sabato ma poi il fine settimana è stato un po’ complicato. Arriva a trovarmi questo tizio che ho incontrato a Lisbona per mezza giornata e mi chiede se posso ospitarlo. Io che sono una donna dalle mille risorse, in men che non si dica preparo un secondo giaciglio (no, non lo si può chiamare proprio letto!) e sono pronta al +1. Non appena racconto la storia in giro, tutti mi sgranano due occhi: facci capire, tu ti prendi in casa un semi sconosciuto, lo fai dormire da parte a te e ti aspetti che lui non ci voglia provare con te? Sarà che io sono un po’ la Candy Candy dei rapporti interpersonali, per la quale il bene è ovunque fino a quando non vieni travolto dalla più amara realtà dei fatti, comunque non è successo niente. Anzi, un giorno eravamo solo noi due e poi, visto che per traversie con il trasporto si è fermato un giorno in più, siamo usciti con il mio amico Stalker, che appena gli fai un fischio si precipita.

Che poi questa faccenda che lo chiamo lo Stalker la dovrei finire, chè alla fine rimane un mio amico. Un mio insistentissimo e caparbio amico che non si rassegna al fatto che non ce n’è tra noi, ma un amico è. Perchè io credo all’amicizia dopo un sentimento ma non credo alla vita dopo la morte, per esempio. Ognuno c’ha la sua religione e io ho la mia. Quindi, qui e ora, vorrei ribattezzarlo Ercolino sempre in piedi. Che poi io l’appena menzionato Ercolino non l’ho mai nemmeno visto, ma è un gioco leggendario di cui mi parlava mia nonna e di cui mio padre e fratellanze andavano molto fieri. Era una specie di punching ball che colpivi e anche se si schienava per un nano secondo, contrariamente a quanto vorrebbe ogni logica, ecco che ritornava in piedi pronto a prendere un’altra. Così poco importa che lui mi veda con la mia precedente conquista in una serata dove le mani andavano ovunque, che io non riesca a nascondere l’irritazione quando lui si presenta a sorpresa a casa mia lanciando sassetti alla finestra per farlo entrare, che stasera lo abbia paccato per andare al cinema perchè saremmo stati solo noi due e che ieri non abbia voluto pranzare con lui. (Lo so, sono una brutta persona, ma anche se credo all’amicizia dopo un sentimento, non credo che lui se ne sia fatto una ragione per cui per adesso l’amicizia c’è ma con riserva).

Insomma, io faccio le peggio cose e lui è sempre lì ad aspettare, senza arrabbiarsi mai con me o se si arrabbia la colpa è sempre di qualcun altro anche se sarebbe mia. Gente come questa capita rare volte nella vita, ma per quanto faccia tenerezza non basta a far venire fuori qualcos’altro. Non adesso e non in futuro.

Perchè qui, se non sono stronzi, con confusione sessuale, asociali, con problemi di comunicazione e al di fuori dei confini di questa nazione, non vanno bene!

  1. zuben71

    Sull’amicizia-dopo-sentimento si, ma solo dopo adeguato periodo di distacco (prescriverei un annetto circa).
    Candy Candy ti sta bene come soprannome! Come diceva non ricordo chi “Meglio essere ottimisti e avere torto che pessimisti e avere ragione”.

  2. Pingback: Sassetti alla finestra | Appartamento Svedese

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