Amica G.
Nella vita, le amiche femmine io le posso contare sulle dita di una mano, forse due.
Fin da quando ero un’adolescente ho sempre preferito la compagnia dei ragazzi, un po’ perchè era facile ricevere le loro attenzioni e un po’ anche perchè i ragazzi sono meglio. Credo di non scoprire niente che vi farà cadere dalle sedie se dico che i ragazzi sono in generale abbastanza semplici da capire, del tipo che ad azione corrisponde reazione, seguono i principi di fisica classica: tu mi piaci, ergo ci provo; tu non mi piaci, ergo io ti parlo delle mie storie; tu sei stata stronza con me, ergo fottiti.
Le ragazze invece sono un campo in cui al CERN ancora ci stanno sbattendo la testa. Fisica quantistica allo stato puro.
Intanto, la descrizione dello stato delle cose dipende dal sistema di riferimento. Perchè, cioè, Lara mi ha detto che Lisa ci ha provato con Luca davanti a lei. Però Lisa, davvero, dice che Luca ci ha provato con lei e Lara era dietro e ha visto tutto. Un bordello, gente. Mille variabili, eccezioni e spesso è troppo cervellotico per apprezzarne davvero l’insieme per cui ci si accontenta di carpire l’essenza di un momento, certi che il futuro sarà volubile.
Come faccio a saperlo? Bè, innegabilmente io sono una di loro e proprio per questo mi rendo conto dei limiti di questo sistema e che per avere una cognizione delle cose ed essere felici è meglio rimanere sulla fisica classica, per quanto limitata possa essere.
(Non so se essere contenta per questa introduzione o se dovermene vergognare da quanta secchionità trasuda)
Nonostante le mie teorie pseudo-scientifiche, anch’io ho qualche amica donna e la sorte ha voluto che per tre di loro il nome fosse lo stesso. G.
In ordine cronologico, la prima G. non ha fatto un esordio grandioso nella mia esistenza. Andavamo al corso di danza insieme e per chissà quale ragione lei e un’altra ragazza mi avevano preso di mira per i loro scherzi. Intendiamoci, niente che mi abbia ferito nel profondo ma quando si ha una decina d’anni e poca dimestichezza con il mondo reale (immaginatemi come la bambina de “La casa nella prateria”), allora non si hanno tutti gli strumenti per fronteggiare gente simile. Dopo qualche anno, per merito dell’altra G., io e questa G. siamo diventate amiche. Nonostante le tante notti passate a dormire in quattro in un letto a casa sua e le estati e le vacanze passate insieme, io e la G. siamo sempre rimaste amiche ma non Amiche. Con lei era difficile confidarsi, forse perchè la sua aria matura da sempre metteva un po’ di soggezione e i miei “problemi” sembrava che l’annoiassero.
Lei è la figlia del dottore e per chiunque venga da un paese piccolo va da sè che la figlia del dottore è di un’altra categoria. Fu così che appena dopo i venti le nostre strade si divisero, ci si vide sempre meno fino a che un giorno non ci si salutammo nemmeno più. La puzza sotto al naso (rifatto!) deve avere contagiato anche lei e adesso le poche volte che torno a casa la vedo seduta al bar con i suoi e il cane. G. ha avuto pochissimi morosi, almeno che io e l’altra G. sapessimo, e mi sono sempre chiesta perchè non faceva l’adolescente come tutte noi. Di recente l’ho vista in foto su Facebook con il bello del paese vicino, agognato oggetto del contendere di tutte le squinzie di paese dieci anni fa. Lui è sempre carino, ha la piazza in testa ma poco importa. Sembrano felici e io sono forse non contenta per loro, ma almeno sollevata, come quando vedi la fine di un film di cui poco ti importa e ti accerti che tutti vissero felici e contenti.
L’altra G. è arrivata dopo a quella qui sopra ma lei è rimasta. La G. è una di quelle che da sempre si è infilata in ogni psico-dramma possibile e immaginabile. Lei era ed è molto bella e per questo si è sempre guadagnata tante attenzioni dai ragazzi. Quando ancora minorenne, gli appena maggiorenni le correvano dietro e lei si lasciava trascinare in queste storie fatte di macchine (quando io ero in piena fase motorini, ma a volte neanche quelli!), fatte di scomparse misteriose, fatte di dettagli che elargiva a larghe mani chiedendoci consiglio su che fare. Consiglio su cose che noi non avevamo nemmeno idea che esistessero. Lei è stata un po’ il mio Bignami al sesso e per questo la ringrazio.
La G. chiedeva sempre consigli perchè lei era ed è molto insicura. Si è sempre fatta mille paranoie sul suo fisico e su come le altre persone la percepissero. Non stupì che si mise assieme a un ragazzo, che noi chiamammo “il re dei bellissimi”, ma che bello non era e che invece era così sicuro di sè al punto da tirare al lotto e riuscire a mettersi con la G.. Questo fidanzato durò per quattro o cinque anni, in cui io e la G. non ci vedemmo tanto perchè lui era uno un po’ snob, non piaceva ai miei amici (maschi) e perchè lui non era bene per lei. Il suo essere più forte di lei la rendeva succube delle sue pressioni che la trasformarono nel fisico e nell’aspetto, diventando un’altra G., non quella che mi chiedeva numi sulla pugnetta, ma che era anche lei diventata parte di quella cerchia ristretta di gente che fa le vacanze a Forte e che va a sciare a Cortina a Natale. In quel periodo, nelle rare volte che ci vedemmo lei riuscì a combinarmi con un amico del suo ragazzo che mi rivelò che anche lui non lo sopportava e forse per quel sentimento comune diventò il mio ragazzo per qualche tempo.
La G. poi mollò il suo ragazzo. Ci vedemmo dopo tanto tempo e ci eravamo date appuntamento al bar del paese. Saremo state sedute lì a parlare per mille ore. Io pensavo di andare a incontrarla e raccattare i cocci di quella G. costruita e invece me la ritrovo a raccontarmi di essere andata a mangiare l’anguria con uno che votava Rifondazione Comunista e che nel frattempo andava a letto con un altro ragazzo e come se non bastasse si mise a consolare me, per le mie disgrazie amorose. La mia vecchia G. non sarebbe mai più tornata. Lei è sempre stata confusa e un po’ svanita ma le voglio bene proprio per questo. Le voglio bene perchè lei riesce a parlare di vestiti di Zara e di politica interna con lo stesso tono e la stessa convinzione. Adesso la G. fa coppia fissa con uno alla soglia dei quaranta con cui ha pochi interessi in comune ma per qualche misteriosa ragione ci sta bene insieme e per me è a posto così.
Da qualche mese ne ho incontrata un’altra di G., quassù tra i ghiacci. Con la nuova G. è stata un po’ una “bromance“, ci siamo incontrate e ad entrambe serviva un’amica, per cui ci siamo scelte a vicenda. Da quando G. è in giro ho una valvola di sfogo per tutte le mie frustrazioni affettive, lei ascolta e mi dà consigli. Io faccio lo stesso con lei. La G. si vede che è un po’ in crisi perchè vorrebbe una vita da cartolina, con un marito, dei figli, una casetta, ma non riesce a trovare quello giusto. Lei si guarda attorno, anche troppo, ma niente. Anche lei, come tutte le G. di cui sopra è bella ma questo non sembra aiutarla, anzi, anche lei si fa mille complessi per il suo fisico e non riesce a togliere di dosso gli occhi alle Svedesi, dicendo che sono perfette. Io che forse vedo la vita a tinte un po’ più rosa, concordo sul fatto che siano belle, ma a parer mio sono come i cinesi: alla fine del giorno ne hai incontrata una che assomiglia a tutte le altre e che domani non saprai più distinguere in mezzo a tutte queste bambole. Invece, la mora spicca tra la folla ed è l’eccezione.
(Ecco, questa teoria sta in piedissimo sulla carta. In realtà ci sono mille eccezioni (fisica quantistica?) ma per il momento passatemela così)
La G. è quella che mi ha fatto notare che Lonely Boy forse è gay e lei dice che Legit ci sta provando con me nel modo di provarci Svedese ma dice anche che non sembra uno che ha voglia di rimanere a fare colazione, per cui io devo fare i miei conti prima di buttarmi. Io e lei non sappiamo metterci il rossetto e ogni volta che usciamo ci complimentiamo l’un l’altra per i progressi fatti nell’applicazione di questo maledettissimo stick. Io non so come andrà a finire con questa G., intendo se tra dieci anni io vorrò scrivere un pezzo su un blog per lei o se tra sei mesi non mi ricorderò più nemmeno che faccia ha. Comunque per adesso siamo qui e ci siamo tutt’e due.
Ciao, sei divertente…
Grazie! Troppo gentile 🙂
Voglio essere tua amica! 😀 Sei una forza e abbiamo davvero tanto in comune! Però il mio nome non inizia per G. Sarà un problema insormontabile? 😉
Allora, puoi essere mia amica solo se il tuo nome inizia con la G. la E. la L. o la C.. Se inizia con la S. o la P. ci devo pensare 😛 (E queste sono davvero le iniziali delle mie sole Amiche femmine).
Dunque. Ho due nomi. Mi chiamano quasi tutti con quello che inizia per S., ma quello che inizia per E. vale uguale, perché all’anagrafe sono registrati come primi nomi! Quindi puoi chiamarmi con il nome che preferisci! 😉 😀 Ce l’ho fatta? Ho superato almeno la selezione del nome? 😉
Ahah 🙂 Allora prova nome suprata!
🙂
Dimenticavo: anch’io ho sempre avuto problemi con le Amiche! 😉
Fantastico post e fantastica canzone! Mi piace molto il modo con cui ti racconti, e racconti gli altri. Io ho avuto spesso più amiche femmine, ma solo perché per il carattere introverso che ho, è più facile partire. Ad ogni modo hai proprio ragione, alla fine si sono rivelate un po’ più problematiche.
E se dicessi che dopo che ho scritto questo post i problemi si sono decuplicati? Che le amiche siano una faccenda complicata è una certezza!
Grazie per il passaggio e kämpa på con la tua esperienza Svedese!
Tack så mycket! Dai puoi sempre consolarti pensando che le tue teorie sono superconfermate, e puoi aspirare ad un premio scientifico 🙂
Appunto proprio riguardo la Svezia ti vorrei chiedere una cosa, e spero di non romperti le scatole. La lingua: tu come l’hai imparata? purtroppo sono ancora nell’orribile fase in cui so solo alcune frasi e parole, per cui non mi sforzo neanche ad avere una conversazione in svedese perché vado immediatamente nel pallone e passo all’inglese
Scusami se ti ho assillata, ma purtroppo qua conosco solo persone che sono all’inizio come me.
Grazie in anticipo!
No stress (come mi ha scritto su un biglietto la mia coinquilina ieri notte).
Io ho “imparato” lo Svedese alla Folks Univeristetet ma se per te è uno sbatti prova a informarti se ci fossero corsi alla tua Università (qui ci sono almeno). E poi non essere troppo duro con te stesso: i primi mesi è comprensibile non spiccicare una parola. Conosco gente che dopo anni che vivono in Svezia non sanno nemmeno contare fino a 10 (e c’ho le prove!).
Ciao e non farti problemi a chiedere se hai domande sulla Svedesità 🙂
Grazie mille! E la tua coinquilina è molto saggia! ^^ Ci sarebbe la possibilità di studiare lo Svedese alla mia università, ma solo tra sei mesi. Nel frattempo vedo se magari con il libro che ho comprato riesco a imparare qualcosa, e poi pensavo di informarmi anche riguardo l’SFI. Te ne sai niente?
Scusa il ritardo. (Per la cronaca, la mia coinquilina è una spostata con seri problemi di privacy, La saggezza nonono).
Lo SFI sa che esiste ma io non l’ho fatto, non so bene come si accede ma conosco gente che ce l’ha. Il chè non vuol dire che sanno parlare bene svedese.
Lycka till!