I sogni son desideri chiusi in fondo al cuor
Che è un po una banalità verità universale. Tutti abbiamo dei sogni irrealizzati che giacciono in qualche angolo della nostra mente. E non necessariamente questi sogni devono servire come canovaccio per un nuovo libro delle 50 Sfumature di dio sa cosa.
Esistono sogni che sono innocenti e che rincorriamo per anni e anni, infiocchettandoli, aggiungendo dettagli. Questi sogni sono a volte stupidi, alimentati di sovraesposizione a telefilm Americani di serie B, chiacchiere con amiche dal cervello impallato dagli ormoni e una buona dose di seghe mentali.
Un sogno che mi ha rincorso per un bel po’ di tempo è quella di trovare l’amore della mia vita forever and ever nella macchina in coda affianco alla mia ad un semaforo.
Che diciamocelo, è un sogno stupido, ma già pregustavo il sapore di raccontare ai miei bisnipoti la storia di come quella vegliarda della loro bisnonna aveva accalappiato quel rincoglionito che sedeva accanto a lei con la copertina sulle ginocchia. E sì, secondo me l’amore dopo i 70 è la cosa più bella che esiste.
Comunque, ai miei bisnipoti io avrei raccontato di come quel giorno lontano in cui la gente si muoveva ancora in macchina (Innamorarsi in macchina! Sarebbe un po’ come innamorarsi con una canzone al juke-box per i giorni nostri.). Io ero arrivata ad un semaforo e stavo aspettando impaziente il verde per sfrecciare a bordo della mia Polo Blu immatricolata nel 1997, ma il verde non arrivava. Noto una macchina di un colore imbarazzante che mi si affianca e getto un occhio al guidatore per vedere chi ha avuto il coraggio di salire su una macchina di un colore simile. (Il bisnonno ideale ovviamente non sarebbe stato a bordo di una Ferrari o una Mini Cooper: il mio principe azzurro sarebbe arrivato a bordo di una Fiat Brava color verde metallizzato.)
E lo vedo.
Lui è lì, bellissimo, che in assoluta sincronia con me si gira. I nostri occhi si incontrano e rimaniamo sospesi a mezz’aria per un secondo. Poi sorridiamo. E sorridiamo e ancora sorridiamo.
A rompere l’idillio arrivano i clacson che ci ricordano dove siamo e cosa stiamo facendo: blocchiamo il traffico. Basta un cenno della testa che si sposta veloce verso destra e ci intendiamo subito: accosta appena puoi.
Questo sogno è rimasto tale, non mi sono mai innamorata di alcun uomo alla guida di una macchina e tanto meno di una Fiat Brava. In parte la colpa di questo fallimento è dovuta al fatto che da quando ho preso la patente io (Estate 2004) c’è stato un progressivo smantellamento dei semafori a favore delle meno romantiche (ma più pratiche) rotonde. Che uno in una rotonda deve guardare se riesce a infilarsi senza che qualcuno gli entri con il cofano nella portiera e non ha tempo a fare gli occhi da cerbiatto al guidatore che gli si affianca sorpassandolo a destra. Tutt’al più partono un paio di madonne fatte bene con gesti vari in allegato.
Ecco, io avevo questo sogno e sono dovuta venire fino in Olanda per realizzarlo.
Ero in bicicletta a un semaforo e un motorino si affianca. (Perchè voi dovete sapere che le piste ciclabili olandesi sono per cicli e motocicli: praticamente è un po’ come andare in autostrada in apecar.)
Mi dice parole d’amore in una lingua sconosciuta.
Gli faccio: no no no! Io non parlo olandese.
Lui mi fa un sorriso con dei denti gialli sconnessi da fumatore e una faccia che non vorresti incontrare in un vicolo scuro di notte e mi dice: ho detto che non devo schiacciare il bottone per far scattare il verde perchè già l’hai fatto tu.
E poi attacca pure bottone.
E il verde non arriva mai.
E io nel mio sogno ero sulla mia macchina e non dovevo sostenere una conversazione con uno sconosciuto che nel tempo di un semaforo sorride e vuole sapere tutti gli stracazzi miei, dall’anagrafica all’ultima residenza.
E poi il verde finalmente arriva e lui sfreccia via e io mi isso sui pedali per far partire sto bolide di bicicletta svedese che pesa più di me.
E anche se il mio sogno realizzato si è rivelato una macchietta di come me lo ero immaginato io sorrido lo stesso, con i miei denti da apparecchio ortodontico che mi ha perseguitato per tutta l’adolescenza, perchè alla fine è successo.
E io non mi sono innamorata ma alla fine va bene anche così.
Chè alla fine i sogni saranno anche desideri, ma sono per lo più processi psichici inconsci caratterizzati da immagini che si compiono durante il sonno, cioè aria fritta.
Io comunque quando sono fermo al semaforo mi giro ancora, sia a destra che a sinistra. All’appuntamento col destino bisogna arrivare puntuali! 🙂
Allora non sono l’unica inguaribile romantica con quattro ruote motrici?!
ma come “accosta appena puoi” 😀 ma guarda che finisci male, è roba da maniaci sessuali! tipo un tamponamento, un bel tampèonamento, quello sì è un modo bello e romantico per incontrarsi
Visto che questo sogno si è già avverato, adesso inizio a fantasticare sul tamponamento. Che già con tutte ste bici è un attimo fare un incidente!