Can you feel the spirit?
One Two Three Four!
Anzi, no.
Facciamo una premessa. Un’altra, una delle tante premesse che bisogna fare nella vita. Io sono cosciente di avere una cultura musicale e cinematografica bislacca. Conosco e ho visto gruppi di cui nemmeno le madri dei componenti della band sono a conoscenza e ho delle lacune profonde come la fossa delle Marianne su altri imprescindibili pietre miliari del secolo scorso e corrente. Per il cinema, per esempio, non ho mai visto “sulle ali della libertà”, un tot di film nei primi posti della classifica di IMDB e comunque nemmeno uno dei film di guerre stellari. Per quanto riguarda la musica, invece, non avevo mai ascoltato Bruce Springsteen.
Fino al compimento dei dodici anni, mio padre aveva una macchina senza autoradio e quando ne comprò una con (e il cd in quell’autoradio lo si inseriva nel baule, per un massimo di 6 dischi tra cui scegliere) ci faceva ascoltare Goran Bregovic, Simon and Garfunkel e Paolo Conte. Leonard Cohen e Tom Waits giusto qualche volta, ma il Grande Goran staccava tutti in termini di preferenze. Quindi il mio imprinting di cultura musicale familiare era di buona qualità ma un po’ limitato nella scelta. E di Bruce Springsteen nemmeno l’ombra.
Ero un’adolescente negli anni 0 e là guerra prima in Afghanistan e poi in Iraq non mi facevano simpatizzare per gli Stati Uniti e quindi non sono cresciuta con il culto dell’ammericano, come un Alberto Sordi d’annata. E con questa diffidenza di fondo sono arrivata fino a poche decine di giorni fa, quando mi è stato chiesto se sarei voluta andare a un concerto di Bruce Springsteen. Io, che non sapevo niente di niente, accettai, un po’ per là buona compagnia e un po’ perchè i concerti mi piacciono e perché mi rendo conto che questo concerto è uno di quelli che bisognerebbe andare a sentire una volta nella vita, anche se non se ne sa niente.
Ai concerti mi piace arrivarci preparata, quindi ho attuato un piano meticoloso per coprire buona parte di 40 anni di dischi in tre settimane. Ho preparato una playlist con tutte le canzoni che ha suonato nell’ultimo tour, ho ascoltato qualche live e letto la sua pagina Wikipedia. Praticamente i bigini prima dell’esame ma questo è il meglio che potevo fare.
E poi venne il giorno.
Eravamo nel prato, nel settore davanti, a una ventina di metri dal palco. Alle 5 e mezza, appena dopo essere entrati nello stadio qualcuno con una maglietta bianca e una chitarra arriva sul palco e tutti sì muovono ad accalcarsi sotto al palco. Lì per lì non capisco e poi vedo che è lui. Che viene a salutare e a fare un “aperitivo di concerto” suonando tre canzoni a richiesta del pubblico, nemmeno fosse Dany, quello che ogni estate suona al pianobar nel bar sotto casa. La cosa che mi colpisce subito è il sorriso: la gente che sorride mi sta subito simpatica. È un sorriso triangolare, con il labbro superiore dritto è quello inferiore a formare una piccola V. Assomiglia un po’ al sorriso di quello che ha voluto lo accompagnassi al concerto, ma non glielo dirò che se no si monta la testa.
Dopo un paio d’ore si inizia per davvero. Badlands. La so. Le canzoni continuano e poi avviene il miracolo.
Bruce (a questo punto mi sento abbastanza in confidenza per chiamarlo così) intona “Can you feel the spirit?” e la corista risponde “Yeah yeah”. Questo botta e risposta continua e lì è capitato. Sentivo lo spirito. Questo tizio di cui non me ne è fregato gran ché fino a poco tempo fa mi aveva fatto sentire lo spirito. È stato un momento trascendentale, quasi. Un piccolo orgasmo musicale. E anche quando si è messo a cantare Born in the USA, dalla prima all’ultima canzone, un cd che non mi ha toccato particolarmente, mi è sembrato un po’ di capire perché l’ha scritto e cosa ci voleva raccontare. A tratti mi sembrava di esserci passata anch’io tra le sensazioni di quello che cantava. Il lasciare casa per qualcosa di migliore, la speranza nel futuro, l’amore che (mio malgrado) nutro ancora per il mio paese.
Invece, come spesso accade ai concerti, le canzoni per cui le aspettative sono altissime lasciano sempre un po’ di amarezza. Come per “waiting on a sunny day” che con il suo testo da canzone super pop mi metteva di buon umore sulla via dell’ufficio. La canzone non è stata il massimo dal vivo, ma quando ha tirato sul palco una bambina e infine se l’è messa su una spalla per farla cantare, ancora con quel sorriso triangolare in faccia mi è sembrato impossibile non volergli almeno un po’ di bene.
Unica nota negativa era il pubblico. Anche se eravamo nella prossimità del palco, dove si presume che ci siano tutti i fan più agitati, sono rimasta un po’ delusa. In generale erano tutti un po’ statici, incastrati nelle loro magliette del tour 2013 e non si lasciavano troppo andare. Menzione speciale va alla signora alla mia sinistra che si è scompisciata prima del concerto per una stupidaggina che il mio accompagnatore ha fatto ma che poi è rimasta ferma come un paletto per il resto del concerto. Non per rimarcare ma io ballavo, cantavo e partecipavo più di loro. Deve essere che sentivo lo spirito.
Insomma, Bruce grazie del concerto (e grazie accompagnatore per aver voluto che ti accompagnassi). Mi sei piaciuto e mi sembri proprio una brava persona. Si vede che tutto quel correre, cantare e sudare lo hai fatto per noi ma anche per te. Sì vede che ti sei divertito e anche se il pubblico non era dei più ricettivi, almeno con la tua band due risate te le sei fatte. Non posso dire di capirti del tutto, non è del tutto mio quel senso di volercela fare, di vivere il sogno e di mettercela tutta anche quando le cose non vanno come dovrebbero ma chissà che con il tempo non riesca ad apprezzare quello che volevi dire. Per il momento ti voglio dire che tra tutti i concerti che ho visto questo è stato uno dei più belli, un vero spettacolo. Chissà che non ci rivedremo ancora.
Ciao Bruce, ciao.
Io conosco da tempo Springsteen (motivi anagrafici soprattutto) ma non sono mai stato ad un suo concerto e me ne rammarico… cercherò di rimediare prima che vada in pensione 🙂
DEVI andare!!! (E sì, il tempo stringe!)
Per la cronaca, domenica scorsa rimettendo a posto delle videocassette (vecchie non è neanche il caso di specificarlo) ho ritrovato una copia di “Bruce Springsteen & The E Street Band: Live in New York City”, un doppio cd che ha trovato casa nel portaoggetti della mia macchina. Come direbbe Vincenzo Malinconico “Ma tu vedi un poco…” 🙂
Tienilo quel cimelio (che poi anch’io ce le devo ancora avere delle videocassette!) e magari lo puoi anche ascoltare e sai mai che senti lo spirito 🙂
Per un momento ho pensato, erroneamente, che il concerto cui facevi riferimento fosse quello di San Siro di un mese fa e non mi trovavo d’accordo sulla reazione un po’ “freddina” del pubblico… poi ho capito che invece il concerto in questione è quello di Parigi. Ti posso dire che a Milano lo “spirito” lo hanno sentito un po’ tutti, compreso ovviamente il sottoscritto, ma sono molto felice di sapere che anche tu sia stata in qualche modo contagiata dal Boss.
Speriamo che il Signore ce lo conservi così ancora a lungo 🙂
Speriamo sì. E speriamo anche che il pubblico si scongeli!
Capisco bene la sensazione, più o meno è capitato così anche a me. Fu ormai 4 anni fa, e quest’anno ho lasciato perdere per via delle finanze e la laurea che incombe. Bello, lo spirito 🙂
Allora è proprio un’epidemia! Ma come farà?
Lo sai, vero, che ora le tue zie neo-islandesi, ti vogliono bene anche senza averti mai incontrata di persona?
Soprattutto quella di origini bergamasche, Springsteeniana dint’u còre dalla tenera età di 11 anni.
Saluti festosi da Reykjavík: da lunedì, da sfogline, passeremo allo status di sushi girls!
Ero certa che le zie avrebbero apprezzato, soprattutto la Springsteeniana inside.
Sappiate che io vi seguo sempre e siete bravissime (come direbbe il peggio concorrente telefonico a una Domenica In d’annata), però è vero! Non vedo l’ora di leggere dei nuovi traguardi Islandesi. Incrocio le dite per voi, zie!!!
potremmo essere sorelle gemelle senza saperlo. sono andata per la prima volta a sentirlo a napoli il 23 maggio e ne ho scritto un post.
da allora ho ancora addosso l’adrenalina…
Allora anche tu hai sentito lo spirito 🙂
Decisamente.
Tanto che ora sono in preda quasi ad un’ossessione…
🙂
L’ho visto l’anno scorso a Trieste e quest’anno a Padova….ha una carica, un’energia e un entusiasmo da cui é impossibile restare immuni! Tornerei a vederlo altre mille volte!
Brutto da ammettere ma ho già controllato il tour del 2014. Passa di sicuro dalle mie parti, quindi i consiglio di dare un occhio dalle tue!!!
Scusa Frou, dove hai controllato? Io ho cercato un po’ in giro ma non trovo nulla 😦