Prove di fuga #1 – Cronaca semiseria di cosa si scrive su un curriculum
Questo sarà il primo post di una luuuuunga serie, in cui io racconto di come stia provando con tutta me stessa a lasciare questa valle di lacrime e trasferirmi altrove. Ma come posso decidere dove andare a piantare le tende? Al momento l’unica motivazione che ho per trasferirmi in un altro posto è il lavoro. Niente amorazzi esotici, niente chioschetti su spiagge deserte, ma solo una banalissima ricerca di un nuovo impiego. Anche perchè volente o nolente in sette mesi, su per giù, la festa (Svedese) è finita e la prospettiva è fare la disoccupata mantenuta dallo Stato in Svezia alle porte dell’inverno, che se mi conosco un po’ vorrebbe dire che tempo un mese e divento una serial killer*. Quindi, iniziamo ad andare alla ricerca di questo nuovo lavoro.
Contro ogni previsione, trovare un’offerta interessante è stato abbastanza semplice. Non solo ne ho trovata una, ma ben quattro, tutte nel mio campo in una nota multinazionale alle porte di Londra. Che poi la ragione per cui mi sono presa bene con queste offerte di lavoro è che appunto sarebbe nei pressi di Londra. Difatti:
Prima cosa che ho fatto: controllare la fattibilità di essere pendolare Londra-Fabbrica nel sobborgo e la risposta è che ce la si può fare con 25 minuti di treno che probabilmente costeranno un rene di abbonamento ma va bene, si vive (a Londra) una volta sola.
Seconda cosa che ho fatto: controllare le offerte del mercato immobiliare nei pressi della stazione di Londra da cui parte il treno per la Fabbrica nel sobborgo. Anche qui, gli affitti costano una sassata ma confido tantissimo in un generoso stipendio e mi ripeto che si vive (a Londra) una volta sola. Al momento la mia vita a Londra è perfetta: ho una casa, prendo il treno ogni giorno e vado nella Fabbrica nel sobborgo a fare cose bellissime mentre la sera vedo tutti i concerti del mondo, sempre grazie al generoso stipendio di cui sopra, elargitomi a spruzzo.
Terza cosa che faccio (dopo, ma molto dopo): inizio a guardare come fare per ottenere effettivamente il lavoro. Che dicci poco, insomma. La procedura per l’applicazione è tutta on-line e pare una cosa lunga, fatta di pagine da compilare una dopo l’altra. La prima è facile, vogliono un’anagrafica e recapiti vari: la so! Ma alla pagina dopo sono già ferma. Come prevedibile, devo caricare un curriculum. Curriculum che l’ultima volta che l’ho preso in mano era la primavera del 2010, avevo messo una foto del 2008 in cui avevo dei capelli chilometrici e nelle esperienze lavorative avevo inserito anche “receptionist in un ostello in Irlanda”, che al momento un po’ ecchissenefrega. Quindi mi metto le mani nei capelli (tutt’altro che chilometrici) e riscrivo lo stramaledetto curriculum: fosse facile!
Il primo grande ostacolo è trovare un template adatto, perchè un curriculum non ce lo si inventa in un momento d’estro. Scartato (dopo averlo compilato quasi totalmente!) il curriculum formato Europeo perchè a) non richiesto esplicitamente b) se fai un application in Regno Unito pare quasi che li vuoi prendere per il culo con tutte quelle bandierine dell’UE c) il formato non si adatta a quelle che sono le mie esperienze e mi fa sembrare un po’ inetta, inizio a vagare per la rete alla ricerca di un’idea e dopo un po’ di peregrinare la trovo su un motore di ricerca per l’impiego in UK.
Bene, per cominciare viene fuori che in UK si straniscono se gli metti una foto nel CV. E quindi il mio bellissimo primo piano ritagliato con sfondo tempio della Concordia alla Valle dei Templi, abbronzatura qb e fronte stralucida, probabilmente sudata, la lascio fuori a campeggiare sul profilo linked-in, a cui ho messo un bel collegamento sotto al nome per quei curiosoni dell’HR.
Per un inizio ancora più in salita, la prima parte da compilare è un paragrafo in cui fai un “Personal Statement”, una specie di microspot per te stesso. E anche se hai visto tutte le sei stagioni di Mad Men in tre mesi non vuol dire che sei diventata Peggy Olsen. Ma forse proprio perchè ho visto tutto Mad Men e perchè voglio alzare l’asticella laddove nessuno ha mai osato, in questo microspot alludo tra le altre cose anche al fatto che sono un “effective communicator”, un mix tra Vanna Marchi e il Maestro Manzi: datore di lavoro non ti deluderò!
Ben più facili da compilare, ma non per questo banali, erano i campi che riguardavano l’esperienza lavorativa e l’educazione, non fosse che ad ogni voce era suggerito aggiungere quali sono stati i “key achievements” e anche se la mia tentazione era scrivere “fare robe in pratica” non potevo certo mettercelo! In realtà qui il problema era non perdersi in paragrafi infiniti e mettere solo l’essenziale, come mi ha ricordato il mio censore del CV, quello che trova lavori sotto i cavoli in 48 ore.
Il dramma vero e proprio è stata ovviamente la parte finale, quella che accomuna i CV con i siti di appuntamenti on-line, quella in cui il tuo futuro datore di lavoro vuole sapere di te. Cielo, proprio di me vuoi sapere? Allora datore di lavoro, ti traduco pari pari le mie “Personal Skills” ma tu non ridere.
- Doti comunicative eccellenti, sia orali che scritte (come avrai sicuramente già notato da questo CV. Sic!)
- Fortemente motivata e orientata agli obiettivi (in pratica sono un ariete, ti sfondo porte e portoni con il solo ausilio della mia fronte alta)
- Socievole, alla mano e positiva (un ariete sì ma un sorriso te lo faccio pure ogni tanto! E qui è un po’ come quando ti devi descrivere e dici che sei solare, che non vuol dire un cazzo, ma questi datori di lavoro li devi pur rassicurare che non sei un automa)
- Lingue parlate: Italiano (madrelingua), Inglese (Avanzato), Svedese (Intermedio) e Francese (Principiante) (Un poker di lingue insomma, di cui il Francese lo metto sempre, anche se l’ho studiato alle medie e l’ultima volta che l’ho usato ho detto “Je te veux” invece che dire “Je t’ai vu” e c’è gente a cui è venuto un infarto ma va bene così)
Ciliegina sulla torta, il campo bianco in cui puoi mettere i tuoi interessi. Penso che scrivere “rotolarsi in un plaid fino alle prime ore del pomeriggio” non sia un opzione percorribile, quindi scrivo “mi piace viaggiare e la musica dal vivo.” (banale ma onesto) “Mi sto allenando con una squadra per un mini-triathlon che sarà nella prossima estate” (ndr la squadra sono altre due persone di cui una vive a Stoccolma ma non è che vorranno sapere le anagrafiche di tutta la squadra e poi devo tenere alto il mio spirito collaborativo di cui andavo blaterando qualche sezione più in su. In più conto sul fatto che se mai qualcuno mi prenderà in considerazione per il lavoro e vorrà cercare di ricordarsi qualcosa di me, penserà “ma sì, dai, quella svanita che vuole fare il triathlon!”)
Fine delle trasmissioni. Ci ho messo una settimana per finire due pagine e mezzo di boiate di siffatto calibro. Di contro, quando ho dovuto scrivere la Lettera di presentazione mi ci sono voluti quindici minuti per buttar giù una pagina di “Scegli me!!! Me! Me! Me!!! Dai, Scegli meeeeeeeeeee!!!”: niente di più facile. E adesso lo mando questo capolavoro della comunicazione moderna, che se le facciano pure gli Inglesi due risate!
* Rimane aperta l’opzione “viaggio per il mondo per un po’ e fotte” però mi piacerebbe molto di più intraprendere questa opzione se so di avere un’occupazione ad aspettarmi da lì a qualche mese.
Ecco, mi potresti mica illuminare sulla scelta del template?
Ché sono un po’ persa anche io, in queste simpatiche cose qui, lo confesso.
Questo è l’oracolo dei template dei CV. http://career-advice.monster.co.uk/cvs-applications/free-cv-templates/jobs.aspx
Ho girato un po’ di siti e alla fine questi mi sono sembrati sobri ed efficaci. Ovviamente, viste le mie doti di grande comunicatore, ho fatto qualche modifica ma almeno è stato un 90% di buon ispirazione. Tra le modifiche che ho fatto c’è anche quella di togliere le tabulazioni e i paragrafi nelle celle visto che, dall’alto del mio avanzato livello di conoscenza del pacchetto windows, dopo un po’ di scrivi e cancella era venuto fuori un pasticcio ingestibile.
In bocca al lupo!!!
Peeerfetto, grazie mille!
Crepi e… in bocca al lupo anche a te, potremmo diventare concittadine, se ti prendono! 🙂
Davvero?! 🙂 Mi confermi che Londra vale lo sbatti di scrivere un CV e una cover letter coi controfiocchi?
Senza ombra di dubbio! Londra vale sbattoni ben peggiori!
IO che da Londra sono appena tornata ti lancio un bel mazzetto di in bocca al lupo 🙂
Il mio ego è di risibili dimensioni, quindi l’IO tutto maiuscolo è stato decisamente involontario
NON ti preoccupare! E stracrepi il lupo 🙂
Io punto sul viaggio attorno al mondo per più di qualche mese e poi… boh! Lo so, sono un ragazzino sognatore che probabilmente nel suo cv ci avrebbe anche messo la roba del rotolarsi a letto fino alle 15.00, però secondo me ci sta tutto! A Londra si vive una volta sola nella vita, ma intorno al mondo pure ci si viaggia solo una volta =P
P.S. Comunque che sbatti i cv… paese che vai, usanze che trovi -.- uno deve prendersi una laurea diversa, paese per paese, in “cultura dell’HR” ogni volta che invia un’application: “e lì niente foto” “e qui sempre foto” “e la foto deve essere professionale” “e la foto simpatica” “una pagina e basta” “sette pagine” “cover letter” “no cover letter” “resumé” -.- marón!
(Mi ero persa il commento, ma meglio tardi che mai…)
Lo so, Londra o giro intorno al mondo? Essere o non essere? Fasciarsi la testa prima o dopo essersela rotta? 😉 Al momento siamo ancora a livello di pure pippe mentali, visto che il mio CV appare come “in consderazione” e aspetto di vedere che cosa mi diranno. Comunque ti do ragione, il viaggione ha il suo fascino così come il pigiama fino alle 15 ma come diceva sempre mia nonna “gh’è da ciapà al mond m’al vegna” (trad: c’è da prendere il mondo come capita), quindi aspetto un segno per capire cosa devo fare.
Mi sto prendendo un master in CV, visto che le applichescions continuano. In Danimarca non vogliono la foto sul CV ma poi gliela devi allegare in un form tediosissimo. In un sito inglese mi è apparso il mio gravatar e mi sono sincerata che non fosse collegato in alcun modo al blog, altrimenti sai che risatone! In Germania non ho ancora mandato nulla perchè di andarmi a impantanare nella regione della Saar in mezzo alle famose industre siderurgiche e metallurgiche, come recita Sussidiario, non mi pare il caso. Ma lì che usa? Temo che sia la foto professionale con lo sfondo celestino… Ti prego dimmi di no!!!
Ahahah ebbene si, qui la foto è proprio quella che dici tu: professionale con sfondo da santino votivo di madre teresa (io non la ho, infatti non mi chiamano manco per raccogliere le patate!), inserita in un cv in cui devi riassumere tutto in una pagina e basta (a cui si allega la cover letter, ovviamente). Questo te lo dico nel caso in cui volessi riconsiderare l’idea di fare la signora di mordor tra le industrie siderurgiche =P
Comunque si, aspetta un segno (se trovi un procione spiattellato sulla strada utilizza l’antica arte romana della lettura delle viscere, sia mai che funzioni!), ma non scartare alcuna idea… io ormai sto pianificando la mia vita sulla spinta dell’hakuna matata (nella sua ormai nota traduzione di zerocalcare: “sticazzi”). Meglio morire con due lire in tasca e due buffi (trad. debiti) con amici conosciuti in qualche parte del mondo, dopo averlo girato.. piuttosto che ricco (ma davvero si arriva a quel livello del videogioco? non è solo una roba inventata dai nerd sui forum?) con un sacco di rimpianti e di “shoulda coulda woulda”.
Io, ad ogni modo, ti auguro sempre un in bocca al lupo enorme e ovviamente ti invito a farti un giro a berlino, appena hai un attimo… non sarà il viaggio around the wolrd, ma sta iniziando la bella stagione e con due lire spagnole stacchi che è una meraviglia… nel qual caso, sappi che qui hai un caffè pagato dal sottoscritto 😉
Ecco, lo sapevo… Avevo visto un posto vicino a Monaco ma non mi ispirava molto, nè il lavoro nè il posto, quindi ho posposto sia il curriculum mignonne che la foto-senciol (dicasi “senciol” l’immaginetta ricordo che ti danno ai funerali che dietro nel 90% dei casi c’è scritto “Ricordatemi così”). Se decidessi preferirei Berlino o semmai Francoforte. Ma Monaco? Mi sa tanto di Oktoberfest, ergo ubriaconi senza alcun interesse se non la birra, ergo no.
Semmai capitassi dalle parti di Berlino (non è in programma al momento ma non si può mai dire) verrò a riscuotere il mio caffè. Tu sappi che se sei a Copenhagen o zone limitrofe hai una Carlsberg che t’aspetta!
Ciao!
Ho trovato il tuo blog girovagando qualche giorno fa, e ogni tanto faccio un salto a leggerti 🙂
Anche io sono alle prese coi CV londinesi, e ogni volta cerco di modificarli per mettere in risalto le skills del caso… un lavoraccio, ma è anche bello sognare sulle offerte di lavoro! In bocca al lupo 🙂
Ciao! Grazie per la visita e per il commento.
Eh sì, scrivere i CV è uno sbattone ma speriamo che un giorno tutti questi sforzi di paginazione/rientri/editing/candeleasantaRita vengano lautamente ricompensati!
In bocca al lupo a te!!!
Allora bella, qui mi sento di intervenire in versione “nonna Abelarda che ne ha viste di cose”!
Punto 1. Il cv: io ho sempre puntato sull’essenzialità. Il cv Europass mi sembra una schifezza e considerando che nella maggior parte dei lavori non lo richiedono esplicitamente mi sembra di capire che pure la maggior parte dei potenziali datori di lavoro lo ritenga tale.
Quando stavo in Francia (un sacco di vite fa) ero alle prese con i cv, e quale template e quale formato e cosa mettere e cosa togliere… mi venne in soccorso un’amica tedesca residente in Francia (c’hai presente quelle che fanno il dottorato in Germania ma vivono in Francia? Ecco) e mi disse: essenzialità.
Mi passò una roba completamente bianca senza riquadri, tabelle, segni, puntini, niente di niente (manco la foto) con scritto solo: dati personali, esperienze lavorative, lingue, conoscenze informatiche. PUNTO.
Con gli anni e i Paesi visitati lavorativamente parlando l’ho ovviamente modificato qua e là ma lo considero ancora il migliore. Io penso sempre: il simpatico selezionatore ne avrà dù pall* di leggersi caterve di sciocchezze, diamogli quello che vuole sapere, cioè E’ INUTILE CHE LEGGI OLTRE, SONO IO LA PERSONA GIUSTA.
Poi nella lettera di presentazione amplio e dò a intendere che ci sia molto ma molto ma molto di più.
Vai, senti rimbombare nella tua testa “essenzialità” e sfonda!!!
Punto 2. Il giro del mondo “adesso che posso”, “si vive una volta sola” etc etc.
Fa’ come credi. Ma siccome in tante cose vedo che siamo affini, ti dico come ho fatto io. Dopo l’ultimo lavoro ero sfinita. E avevo voglia di viaggiare. Ho trovato varie combinazioni economiche e il modo di farmi pagare un po’ di viaggi (un corso pagato di qua, una gita da accompagnare di là…) e oggi torno in Svezia dopo un mese di giri che finiranno solo a fine Aprile.
E’ ovvio che uno vorrebbe prendersi un anno sabbatico come si deve, partire dalla Cambogia e non tornare più però io penso che più cresci più hai bisogno di sapere cosa ci sarà nel tuo conto quando torni alla vita vera…
Parti se e solo se facendo tutti i conti del caso arrotondati all’eccesso quello che ti rimane è più della metà di quello che spenderesti per partire 🙂
Bon, nonna Abelarda torna sul divano a fare la calza 😉
In bocca al lupo per tutto!
No!!! Non dire Nonna Abelarda che saremo coetanee o giù di lì! 🙂
Punto 1. Tanta stima per i Crucchi che hanno il dono della sintesi e fanno il CV su un pagina una. Io però sono Italiana, ergo sono barocca. Ho limitato (i danni) a tre pagine con un bell’interlinea ampio, un font visibile e i paragrafi quando ci vogliono (e ovviamente tutte le frasette alla miss Italia che ci sono nei CV, quelle le dovrei togliere ma a scriverle mi ci sono affezionata e quasi quasi ci credo). Quando mi toccherà mandare un CV in Germania andrò in apnea a cancellare il superfluo e rimanere con una pagina e allegherò anche la foto con il fondale finto. Comunque domani ho la prova del fuoco del CV, può essere che torni a casa con le pivissime nel sacco e decida di fare una roba “Less is more”, chè Mies van der Rohe era tedesco dopotutto.
Punto 2. Condivido quello che dici sul viaggio e sull’anno sabbatico. Siamo tutti bravi a fare quelli che vanno a fare gli eremiti con un paio di mutande e uno di calze ma poi quando viene il momento di quagliare non lo si fa. Ci sono diverse ragioni per ognuno, da parte mia credo che sia la mancanza di un futuro al mio ritorno a farmi dubitare di partire, non credo sia la paura di partire in sè (vedi Svezia, vedi Irlanda bis, vedi giri per l’Europa a cazzo da sola) e il fattore economico ha il suo peso ma penso di essere bravina a fare delle zingarate.
Ciao nonna (no no che nonna!) e buon resto dei viaggi!
Strano, a me in Svezia hnanno accettato CV di du pagine (a livello accademico) mentre per il lavoro ne vogliono solo una.
Io sono nonna Abelarda veramente (purtroppo) sigh
Pese che vai, CV che trovi! No dai! Non esiste nessuna nonna Abelarda, ne ora ne mai! 🙂