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Fantasma
Sono scomparsa sotto tutti i punti di vista.
Sono scomparsa dal blog perchè gli Europei di calcio, l’avvicinarsi di Midsommar e il generale entusiasmo per le giornate lunghissime fanno sì che io sia a casa per dormire e niente più. Il chè non aiuta per il grande rush finale pre-vacanza, che come ogni anno promette di finire cose che ho iniziato a Gennaio, in un rutilante cerchio che, finalmente, si chiude. Forse.
Come se non bastasse, sono scomparsa anche in altri frangenti. Per esempio, dopo lunga meditazione ho deciso di sparire dalla faccia della terra dopo essere uscita con lo Svedese Asvedese. Innanzitutto vorrei fare una premessa: so di essere una bruttissima persona ma ho valutato attentamente i pro e i contro di questa scelta e sono giunta a conclusione che fosse inevitabile.
Diciamoci la verità, tutti noi abbiamo usato in qualche momento della nostra vita tutta quella serie di clichè del “non sei tu sono io”, “mi piaci ma non abbastanza” e “rimaniamo amici”. Sono boiate, sia chiaro. Arrivata alla veneranda età di ventisei anni ho concluso che la migliore strada in questi casi sia quella della verità senza mezzi termini.
Nuda e cruda.
Tipo “Guarda, assaporo le ore passate con te come fossero broccoli lessi”. Bè, magari ci metto un po’ di censura, indoro la pillola, ma non mi rifugio nel paradiso delle stronzate di cui sopra. Apparentemente, come suggerisce la profeta del nostro tempo Caterina Caselli, la verità ti fa male lo so. E succede così che davanti alla verità la gente la prenda davvero male.
E queste sono storie di vita vissuta di qualche tempo fa. Davanti alle stra-insistenti richieste di qualcuno che adduceva a motivazione per un mio cedimento che lui davvero voleva tantissimissimo che noi due ci “mettessimo insieme”, la mia risposta finale, in un ben più articolato concetto, sia chiaro, è stata “You can’t always get what you want”. Con citazione dei Rolling Stone. Sipario. Gelo in sala.
Quindi: da una parto avevo la boiate fritte e rifritte a basso tasso di pathos; dall’altra la pura verità con rischi di crolli emotivi, lancio di oggetti e crisi di panico. Ho scelto la terza via, quella dell’interruzione della mia esistenza telematica. O mi vieni a fare le poste sotto casa o altrimenti ciao pure.
Purtroppo, e dopo aver questo post qualcuno vorrà aggiungere incredibilmente, dopo una chiamata e tre mail, di cui la terza in cui mi chiedeva sconsolato se ce l’avessi con lui ho risposto.
Dicendo la verità, più o meno.
Lui risponde che mi voleva chiedere se sapevo usare Matlab e assicurandomi che invece continueremo a vederci, nonostante io abbia poco prima asserito il contrario.
Non ce la faccio a fare il ghiacciolo e la butto sulla simpatia, anche se continuo a dare segnali di chiusura.
Pare che non l’abbia capita, a meno che non mi voglia davvero circuire per insegnargli Matlab, o presentargli qualcuno che conosca Matlab visto che io non so nemmeno che interfaccia abbia (Bella battuta. Davvero.)
E continuo a chiedermi perchè anche per una banale uscita per la quale non nutrivo troppo interesse sia riuscita a complicarmi la vita così tanto da dispiacermi sul serio quando rispondo. E così va ogni volta. Ogni maledettissima singola volta.