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NON propositi per il nuovo anno ma opere di bene/2
La seconda opera di bene per il prossimo anno dice che, per citare nientemeno che Anna dello Russo, I need a fashion shower.
Che non vuol dire che il mio prossimo acquisto saranno questi stivalissimi infravaginali, nè tantomeno sento il bisogno di andare in giro con una poiana impagliata tra i capelli. Nonnorononnonò!
L’epifania l’ho avuta qui in Olanda, dove ogni mattina esco di casa e prendo l’ascensore. Come in ogni ascensore che si rispetti, anche in questo c’è uno specchio il quale, impietoso, ogni mattina mi riflette. E riflettimi oggi che ti rifleggo domani mi sono resa conto che io la mattina esco di casa che nemmeno un caso disperato di Ma come ti vesti?.
(A questo punto vorrei far notare come in meno di dieci righe abbia già citato ogni icona della moda nazional popolare, dimostrando una certa conoscenza in materia, seppur solo teorica. E ho appena cominciato con questo post vanesio!)
Dicevo che ho realizzato che alla veneranda età di 26 anni, 27 il prossimo Maggio, sarebbe anche il caso che mi dia una sistemata la mattina. Non dico di andare a lavorare in tailleur, che non è proprio il caso visto quello che faccio, ma almeno di impegnarsi un po’ a scegliere cosa ci si butta addosso per una giornata qualunque.
A questo punto se fossi in un qualche pseudo-reality show in cui viene messo alla berlina il mio stile, mi difenderei dicendo che io mi vesto comoda, e da quanto ho capito da fugaci sovraesposizioni a Real Time, i vestiti comodi sono l’anticristo del fashion.
Se devo sbilanciarmi e fare delle promesse, arriverei al compromesso di essere “un po’ meno comoda”. Che equivale a dire che d’ora in poi basta comprare i cardigan larghi e senza forma chè tanto sotto a un cardigan ci butti una maglietta a caso e siamo a posto; basta con gli scarponcini con il pelo sempre e comunque chè non sono uno sherpa e non ascendo pendii per guadagnarmi da vivere; e soprattutto basta a uscire di casa così nature.
Non sono solita usare trucchi la mattina per uscire di casa (e non sono troppo solita nemmeno a usarli nel fine settimana, fatta eccezione per un velo di ombretto messo male, matita nera e mascara la cui applicazione mi è stata insegnata guardando Clio Make-up, ché io prima lo passavo come fosse una cazzuola).
Se devo dare delle motivazioni per questa opera di bene non sarò banale dicendo che lo faccio per me. Se fossi io a decidere, mi farei bellissima ogni volta che devo vedere qualcuno a cui tengo ma non vuol dire che questo accada ogni santa mattina.
Se lo voglio fare è per loro non per me. Vorrei che le persone mi prendessero un po’ più sul serio e credo che da parte mia devo far vedere che anch’io sono più seria, almeno esteriormente. Dentro rimango la solita combinaguai.
(Recenti acquisti, a dimostrare la mia serietà a riguardo:
1. Ankleboot con tacco 11 e plateau, che se viene sommato al mio già egregio metro e settanta mi porta ad essere la donna col torcicollo per via che l’altezza media dei miei parenti era 20 centimetri in meno della mia.
2. Una matita nuova (che l’altra l’avevo rovinata disegnando baffi ad una festa) e un ombretto.
3. Un cardigan largo, però prometto di usarlo con intelligenza e moderazione!